Il
cavolo cappuccio a punta è una varietà chiamata così per via della forma della sua testa. Di grandezza medio-piccola, il suo peso è infatti inferiore a un chilo, si tratta di una varietà molto utilizzata in cucina, perfetto da consumare sia crudo, poiché ricco di potassio e di vitamina C e B6, che cotto, da preparare stufato. Vediamo insieme qualche utile consiglio per coltivarlo nell'orto di casa.
Trapiantare il cavolo cappuccio nell'orto
Settembre è ancora un ottimo periodo per trapiantare questa intramontabile risorsa, che ci riserva un cibo sempre salutare, ricco di antiossidanti e gustoso da coltivare nell'orto. Non teme il freddo e sta bene anche in montagna o nelle zone più piovose. Nelle zone più temperate, maturerà all'inizio della primavera.
Per trapiantare il cavolo cappuccio a punta, scegliete un terreno fresco, a medio impasto, lavorato in profondità, non acido e arricchito con del concime organico.
L'ideale, come per tutti i
cavoli, è un terreno in cui abbiate coltivato già delle
leguminose.
L'importante sarà non trapiantarlo nuovamente dove avete già coltivato altri cavoli, almeno per due anni. Trapiantare delle
lattughe accanto al cavolo cappuccio a punta favorirà una buona crescita.
Cure colturali
Innaffiate regolarmente il vostro cavolo cappuccio a punta, ma non eccedete. Evitate soprattutto i ristagni d'acqua che potrebbero far marcire la piantina.
Aumentate dosi d'acqua e frequenza quando la punta, dunque la testa, inizierà a formarsi.
Raccolta del cappuccio a punta
La raccolta avverrà a circa cinquanta-sessanta giorni dal trapianto. Siate sicuri che la punta sia ben formata, compatta, soda: tagliate al di sotto delle prime foglioline.
Questa varietà è particolarmente dolce: consumatela cruda, fresca, in insalata, oppure conservaterla in frigo, avvolta in un panno umido, così che resti ben croccante.