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Le pesche: un frutto dolcissimo, dissetante, ricco di vitamine e proprietà benefiche. Il sapore dell’estate che arriva! Un momento, fermi tutti: ma siamo in pieno autunno! Perché parlare di pesche e di estate? Beh, perché è un momento perfetto per trapiantare il pesco nel vostro frutteto! Coltivare questo albero in giardino significa raccogliere dei frutti di pesca freschissimi e molto più saporiti rispetto a quelli che si trovano in commercio. Vediamo insieme qualche consiglio per farlo crescere al meglio:
Trapiantare il pesco
Esistono diverse varietà del frutto di pesca e, di conseguenza, di questa pianta: tante diverse tipologie, tra le classiche, ovvero il frutto di pesca dalla buccia pelosa, le pesche-noci, dalla buccia liscia, e le percoche, più utilizzate per dolci e conserve. In generale si tratta di alberi abbastanza delicati per quanto riguarda le malattie, ma che con le giuste cure possono dare molta soddisfazione. Solitamente raggiungono, al massimo, gli otto metri di altezza.
Il clima adatto per far maturare il frutto di pesca sull’albero è quello temperato; tutto dipende, comunque, dalla varietà. Vi sono quelle particolarmente resistenti al freddo e alle gelate ma, generalmente, è un albero che bisogna proteggere da quelle primaverili, in quanto i fiori di pesco si sviluppano precocemente.
Il terreno più indicato per trapiantare il pesco è sciolto e ben drenato. Meglio evitare i terreni calcarei per non incorrere nella clorosi ferrica. Si può coltivare anche in vaso sul terrazzo o in balcone, sempre facendo attenzione al terreno. Usate, in tal caso, un vaso grande per dare il giusto spazio alle radici e ricordate di rinvasare spesso.
Per trapiantare il pesco, scavate una buca grande almeno 70x70x70 centimetri. Coprite poi la buca con una miscela di terra e compost. Ricordate che il colletto della pianta dovrà stare almeno dieci centimetri sopra il livello del terriccio. Comprimete leggermente la terra e innaffiate generosamente.
In generale, la distanza da mantenere sono di circa quattro metri sulla fila e di almeno sei tra le file.
Cure colturali e raccolta dei frutti
Il pesco è una pianta autofertile, dunque non richiede per forza la presenza vicina di altre varietà che fungano da impollinatori.
Finché la pianta è ancora giovane, è necessario irrigare con una certa regolarità, anche per far attecchire meglio le radici al terreno. In generale, è meglio utilizzare per il frutteto un impianto di irrigazione a goccia; ovviamente, le quantità dipendono dalle condizioni climatiche e dalla frequenza delle precipitazioni, oltre che dal tipo di terreno sul quale coltivate. D’estate, specie se si tratta di stagioni particolarmente secche e siccitose, vi converrà annaffiare “in emergenza” anche i peschi meno giovani.
Consigliamo, come sempre, una buona pacciamatura con materiali naturali o con del telo nero plastificato, per mantenere il grado di umidità corretto.
Dopo il raccolto, ricordate di concimare annualmente con compost, e di arricchire il terreno con elementi come potassio e fosforo.
Quando il pesco è a regime si pota ogni anno, dopo il raccolto, tagliando i rami delle parti apicali delle tre principali branche, quelli che sono cresciuti troppo in basso o a portamento verticale, oltre a quelli secchi, dannaggiati o che presentano segni di malattia. D’inverno, potate i rami che hanno prodotto durante l’anno precedente.
Le avversità principali che minacciano questa pianta e i suoi frutti, sono malattie di origine fungina: la cosiddetta “bolla del pesco”, in particolare, genera delle bollosità sulle foglie e danneggia i fiori di pesco. Ci sono poi le malattie crittogamiche varie, come il corineo, la monilia e l’oidio. Per prevenirle, meglio scegliere varietà resistenti e curare regolarmente il frutteto con dei macerati di equiseto, che stimolano le naturali difese della pianta.
Nel caso in cui le malattie insorgano comunque, nonostante i trattamenti biologici somministrati, il polisolfuro di calcio è un buon fungicida e funziona anche per l’oidio (oltre che per la cocciniglia). Anche i trattamenti di verde rame (specie per quanto riguarda la bolla, il corineo e la monilia), mentre dei trattamenti a base di zolfo andranno bene nel caso dell’oidio. Evitate trattamenti chimici e cercate di ricorrere solo a quelli elencati, che rispettano il naturale equilibrio e la vita nel vostro frutteto.
La mosca della frutta, gli afidi, la cocciniglia bianca, la Cydia molesta e l’Anarsia sono i principali parassiti nemici di questa pianta. Per la prima, potete usare dei prodotti a base di Spinosad, mentre contro i lepidottori consigliamo il Bacillus thuringiensis. Contro gli afidi, un classico trattamento a base di sapone di Marsiglia rimane uno dei rimedi naturali più efficaci in assoluto.
Veniamo ora al frutto di pesca: la raccolta che quest’albero promette è generosa, dato che ogni pianta, in piena fase di produzione, regala anche 50 chili di pesche.
Le pesche hanno proprietà benefiche molteplici: sono ricche di sali minerali, come il potassio, fosforo, calcio, magnesio e ferro, elementi che la rendono perfetta per affrontare l’estate con la giusta carica. Il frutto di pesca è anche ricco di iodio, utile per il funzionamento della tiroide, e, naturalmente, di vitamine. La vitamina C è la principale (una sola pesca rappresenta il 15% del fabbisogno giornaliero!), ma anche il beta-carotene (precursore di vitamina A), le vitamine B, E, K con le loro proprietà ricostituenti e mineralizzanti.