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La zucca lunga di Napoli, o "cucozza zuccarina" tipica della tradizione partenopea, è un frutto lungo, verde, dalla polpa gialla e dolce, con pochi semi e tanto gusto. Da raccogliere nei mesi estivi, si conserva a lungo, per un autunno all’insegna dell’ortaggio stagionale per eccellenza. Non solo è una varietà particolare, vigorosa e produttiva: oggi la zucca lunga di Napoli rischia quasi di scomparire, perché viene coltivata in quantità molto ridotte. Scegliere di trapiantarla nell’orto vuol dire anche contribuire alla sua salvaguardia! Ecco allora i consigli per la coltivazione della zucca lunga di Napoli e qualche idea per utilizzarla.
Trapianto e coltivazione
La primavera inoltrata è il momento giusto per trapiantarla: lasciate una pianta per buchetta, quando le piantine avranno tre o quattro foglie. Bagnate bene il terreno e effettuate il lavoro nelle ore più fresche. Le distanze da tenere sono di due metri tra le file e di un metro/un metro e mezzo sulla fila, perché la pianta si sviluppi bene.
Scegliete un terreno ricco di sostanze organiche ma leggero, drenante, profondo. Prima del trapianto, almeno in anticipo di qualche settimana, aggiungete alla terra del concime organico. Questa zucca cresce bene tra i 18 e i 24°C e teme le temperature inferiori a 15°C (considerate dunque la coltivazione in serra o le coperture durante l’inverno).
Tenete sempre l’area libera dalle infestanti, anche per evitare il proliferare dei parassiti. La pacciamatura e sempre consigliabile, così come la potatura in corrispondenza della seconda fogliolina (dopo il frutto). Un consiglio per zucche più grandi? Lasciatene non più di tre per ogni piantina.
Un impianto a goccia sarà perfetto per le innaffiature, che dovranno essere generose, e per evitare che si bagnino le foglie, riducendo le avversità derivanti da marciumi e malattie crittogamiche. E per quanto riguarda la concimazione? Azoto, potassio, magnesio e tutti i microelementi saranno graditissimi a questa zucca! Il potassio è da preferire durante la maturazione dei frutti. L’azoto la renderà più vigorosa, ma non bisogna esagerare.
Raccoglierete queste zucche circa due o tre mesi dopo il trapianto: abbiate cura di farlo quando sarà in piena maturazione!
Caratteristiche e utilizzi della zucca lunga di Napoli
Quali sono i pregi di questa particolare zucca, la cui coltura, oggi a rischio di estinzione, si è sviluppata nella zona dell'agro Nocerino-Sarnese? La sua buccia sottile, che facilita l’operazione di mondatura, e la conseguente maggiore quantità di polpa rispetto ad altre varietà, la sua dolcezza saporita (da qui il nome locale “cucozza zuccarina”), la polpa soda e compatta, la possibilità di conservarla a lungo senza alterarne l’aroma o le proprietà. I suoi semi sono poi perfetti per l’essiccazione e per essere consumati.
La zucca lunga di Napoli è perfetta da grigliare, se tagliata a fette sottili, o da fare sott’olio, o marinata fresca, al forno o alla griglia, ma condita con abbondante olio extravergine, aceto e un battuto di sale, prezzemolo e peperoncino. Non solo: anche nei dolci, come i muffin alla zucca, questa varietà fa un’ottima figura. La tradizione napoletana, però, la vuole sposa della pasta, specialmente della tipologia manfredi spezzati.
Ricordate che questa zucca, così legata nell’animo al proprio territorio d’origine, è poco calorica, molto digeribile e ricca di vitamine.
Allora, siete pronti a trapiantare la zucca lunga di Napoli nell’orto e dunque salvaguardare la sua meravigliosa biodiversità?