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Appartenente alla famiglia delle capparacee e chiamata anche capparis spinosa, la pianta del cappero è originaria dell’Asia del sud e del Mediterraneo, diffusissima in Italia e apprezzata soprattutto in cucina per il caratteristico sapore dei suoi boccioli. Questa piantina aromatica non solo fornisce dei “frutti” inconfondibili, ma anche dei bellissimi fiori appariscenti, adatti a ogni giardino o balcone. Coltivarla è facile: ecco un piccolo vademecum, una serie di consigli su come trapiantare la pianta di cappero nel vostro orto.
Trapianto del cappero
Questa piantina è un arbusto sempreverde molto produttivo, dal bell’aspetto ornamentale. Ma come trapiantare la pianta di cappero nel vostro orto o sui vostri terrazzi perché si ramifichi in maniera maestosa e rallegri lo sguardo con i suoi fiori di colore bianco e violetto?
La primavera è il periodo ideale: il mese di maggio, in particolare, è il momento perfetto per il trapianto. Scavate delle buche dalla profondità di circa mezzo metro, in un terreno ben lavorato in precedenza, e irrigate abbondantemente subito dopo il trapianto del cappero. Abbiate cura, durante la messa a dimora, di non rovinare le sue delicate radici.
Scegliete una posizione soleggiata: i capperi, da buoni mediterranei, amano il sole e il clima mite, ma sono anche molto resistenti e possono reggere il freddo e le brevi gelate. Ricordate, però, di metterlo al riparo dalle correnti.
Sarà necessario trapiantare la pianta di cappero in un terreno ben drenato e non troppo ricco. Mescolatelo con sabbia o ghiaia per ottenere un luogo ideale in cui far crescere le vostre piantine senza il pericolo dei ristagni idrici.
Cure colturali
Non sono necessarie particolari concimazioni o innaffiature. Questa pianta, in natura cresce molto bene e facilmente. Raggiunge talvolta un metro di altezza, e cresce anche infilandosi fra le pietre o fra le spaccature nella roccia. Denso, corposo e ramificato, fiorisce abbondantemente, regalando degli stupendi fiori colorati. Si potrebbe quasi parlare di una piantina ribelle, che si adatta ai terreni poveri, che resiste alle avversità e fiorisce anche nei luoghi più impensati.
È però importante, per chi decide di trapiantare la pianta di cappero e coltivarla nelle regioni dal clima più freddo, proteggerla con del tessuto non tessuto e magari coprirne la base con della paglia durante l’inverno.
La sua fioritura è molto prolungata: da maggio fino a settembre spunteranno boccioli su ogni angolo tra fusto e picciolo. I capperi che consumiamo in cucina altro non sono che bocciolo non ancora schiusi. Questi appaiono dall’inizio dell’estate: raccoglieteli la mattina presto, una volta a settimana, ne avrete in abbondanza fino a novembre!
Una volta raccolti, fateli appassire e scegliete se consumarli subito o conservarli in salamoia, sott’olio o sotto sale.
La riproduzione della pianta del cappero avviene per seme o per talea, verso la fine dell’estate.
Avversità e malattie della pianta del cappero
Come abbiamo detto, il cappero è una pianta resistente. Anche nel caso delle malattie, è raro che venga colpita. Bisogna però fare attenzione ai parassiti come gli afidi e alle lumache. Potrete prevenire il problema con vari rimedi, trappole e spray naturali (come aglio, peperoncino e ortica per gli afidi, fondi di caffè e gusci d’uovo per le lumache).
Siete pronti a trapiantare il cappero e vederlo fiorire di viola e rosato nel vostro giardino, prima di assaporarlo a tavola?