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L’Okra o “gombo”, è un favoloso ortaggio tropicale, di origine probabilmente africana, ma ormai molto diffuso in più parti del mondo, presentissimo sia nella cucina asiatica che in quella sudamericana, ma anche nelle tradizioni gastronomiche dei paesi che si affacciano sul mediterraneo. Ciò che ci piace particolarmente dell’okra e che è una pianta adatta a crescere anche alle nostre latitudini: trapiantare gombo o okra nell’orto di casa è dunque una buona idea per una coltivazione nuova e originale. Ecco, puntuali, i nostri consigli per una coltivazione ottimale!
Trapiantare okra o gombo
Dai bellissimi fiori bianchi e gialli, l’okra fa parte della famiglia delle malvacee. Ciò che interessa di più al farmer è però il suo baccello, la parte commestibile. La forma è molto particolare: somiglia a un lungo peperoncino, verde e appuntito, ha una leggera peluria che è meglio non toccare troppo a mani nude poiché lievemente urticante.
Trapiantate questo ortaggio in primavera, in un punto riparato ma esposto al sole perché maturi a dovere. Ricordate che è tropicale: teme le temperature rigide e, naturalmente, le gelate. Durante l’inverno sarà bene coprirlo con un telo protettivo, o coltivarlo in serra, se disponete di una.
Si adatta bene a ogni tipo di terreno, per cui potrete semplicemente concimarlo con humus, stallatico o con un buon concime maturo a base di stallatico.
Mantenete una distanza di almeno 70 centrimetri fra le piante, per consentire il loro sviluppo nel giusto spazio. Se scegliete di coltivare l’okra in vaso, procuratevene uno abbastanza grande e assicuratevi che sia esposto a sud.
Cure colturali
La coltivazione dell’okra non richiede troppe cure o accorgimenti: ha un fusto resistente e non necessita tutori; la pulizia del terreno dalle infestanti è sempre consigliabile, ma la pianta si sviluppa in altezza e non teme particolarmente i problemi dati dalla malerba. Dunque, come spesso ci raccomandiamo: sì alla pacciamatura, che è sempre una pratica amica dell’orto e del farmer, poiché vi farà risparmiare la fatica di pulire le zone a mano.
Irrigate con parsimonia e solo nei periodi in cui c’è maggiore bisogno o siccità: innaffiate poco e spesso, avendo molta cura di non lasciare ristagni idrici.
Non si tratta neppure di una pianta che ha particolari problemi per quanto riguarda le consociazioni o le rotazioni colturali: crescerà bene in ogni caso. Insomma, davvero è una piantina non solo curiosa, ma anche molto semplice da coltivare!
Raccolta e utilizzo
La fioritura, bella e d’impatto, precede lo sviluppo dei frutti, che andranno raccolti quando sono ancora teneri. Dopodiché diventeranno coriacei e decisamente indigesti. Normalmente, potrete vedere i frutti spuntare a circa 80-90 giorni dal trapianto, sempre con le giuste condizioni climatiche.
Ma una volta raccolto, come consumare questo ortaggio non convenzionale? Anzitutto, l’okra va bene anche a crudo, in insalata o pinzimonio. Noi, però, vi consigliamo di saltarla appena in padella, o di cuocerla a vapore. Perfetta per i vostri cous cous, o piatti speziati al curry o alla curcuma, è perfetta stufata con carni o verdure o fritta, accompagnata a del riso basmati. Se raccogliete i baccelli finché sono ancora piccoli, potrete apprezzare questa verdura anche sottaceto. Come descriverne il sapore? Non è facile: ha dei sentori che ricordano sicuramente l’asparago, ma può somigliare anche al carciofo o al topinambur. In ogni caso, è ricca di proprietà benefiche e salutari: vitamina C, A e B6, oligoelementi e minerali come potassio, zinco, calcio, oltre all’acido folico, che ne rende il consumo particolarmente indicato in gravidanza.