
I frutti dimenticati: chi li coltiva mostra una sensibilità per l’importanza della biodiversità recuperata. Coltivare le varietà di pere antiche infatti significa valorizzare delle colture rare, riscoprendo degli antichi sapori e salvaguardando il loro patrimonio genetico.
Varietà di pere antiche
I “peri fighi” sono una varietà molto antica, dalla maturazione precoce, che avviene già alla metà di agosto. Questo albero da frutto è rustico, molto vigoroso e dalla produzione abbondante, resistente alle malattie più comuni come la psilla. Ha una produzione di frutti molto abbondante.
Più piccoli rispetto alla media, i frutti ricordano la forma di un fico (da qui il caratteristico nome della pianta). Tali pere hanno una polpa finissima, zuccherina e particolarmente aromatica, dal colore bianco-giallastro e sono ottime sia per il consumo fresco che cotte.
Anche il pero bergamotto, chiamato anche Bergamotta Esperen, è una varietà di pero molto resistente al freddo, al vento e alle malattie, produttiva e dalla maturazione precoce. Le sue origini risalgono agli inizi dell’ottocento, in Belgio. Si consiglia comunque di lasciar maturare il frutto sulla pianta per qualche tempo: diverrà di ottimo sapore. Una volta raccolti, questi grossi frutti giallo-verdi si conservano perfettamente in casa anche per un mese intero. Anche questi frutti si prestano bene sia alla cottura, sia al consumo fresco.
Per la sua coltivazione consigliamo la consociazione con alcune varietà che fanno da impollinatori, come la William o decana.
Il pero gnocco è un albero grande, dall’aspetto fiero e maestoso e dalla chioma bella e abbondante. È conosciuta anche come “pera bugiarda” o “pera malvestita”, perché occorre raccoglierla un po’ prima della completa maturazione, che avviene in settembre.
In passato queste pere, già zuccherine e succose da crude, venivano mangiate cotte, al forno o alla brace, acquistando un sapore ancor più dolce.
Il pero misso è una coltivazione tipica della Lessinia e della Valpolicella. In queste zone, un pero misso vecchio di oltre due secoli è stato registrato fra i Patriarchi Vegetali d'Italia. Questa varietà di pero della zona del veronese era conosciuta fin dall’1800: ne troviamo traccia in molti testi agronomici. Il suo nome, nel dialetto veronese, indica un frutto molto maturo, dal colore scuro. Sarebbe ideale infatti consumarlo quando si presenta così, con una colorazione verde e delle leggere sfumature rosse, agli inizi di novembre.
Anche questa varietà di pero presenta una particolarità: i suoi frutti devono prima subire un processo chiamato "ammezzimento" prima di essere consumati. Niente di diverso da ciò che avviene per i cachi, per le mele cotogne, le giuggiole o altre piante da frutto. Si tratta di un procedimento di maturazione dei frutti, che avviene dopo la loro raccolta e che determina un cambiamento della consistenza e del colore, migliorandone il sapore. I frutti vanno dunque raccolti acerbi e riposti, ben distanziati fra loro, sopra un vassoio di cartone o dentro una cassetta in legno, in un luogo buio, fresco e asciutto. Dopo circa un mese, avranno raggiunto il grado di maturazione ottimale. I frutti del pero misso sono perfetti per la preparazione di dolci, confetture, succhi e perfino sidro.
Il frutto è disponibile per il consumo dai primi di novembre fino a febbraio, trasformato invece è disponibile tutto l'anno.
Il pero Trentossi o trentosso è una pianta tipica delle colline veronesi, diffuso in tutta la Valpollicella, conosciuto anche come pero spino. Stavolta si tratta di un pero veramente antichissimo, noto già in epoca romana. Particolarmente fiero, fino a essere un po' selvaggio, il pero trentosso necessita di tutori per crescere in maniera armoniosa.
Nel passato i frutti di quest'albero venivano raccolti ai primi di ottobre, riposti nei granai e conservati fino alla tarda primavera. Queste pere dalla polpa soda e compatta venivano consumate crude, ma sono sempre state particolarmente apprezzate cotte nel camino, sotto le braci, condite poi con olio e aceto, oppure consumate al naturale. Un frutto che è in grado di riportarci alla pazienza, al ritmo lento e giusto della natura, a una storia contadina lontana nel tempo.
Poter riscoprire queste varietà di pere antiche è oggi un privilegio: frutti antichi, prestigiosi, il cui immaginario si lega alle terre d'origine, raccontandoci qualcosa di prezioso. Insomma, una storia vera.