Fagioli borlotti: 3 consigli per farli crescere bene ed evitare il marciume
I legumi sono importantissimi per una dieta bilanciata, con le loro proteine vegetali e le loro numerose proprietà, specialmente se vengono consumati freschi. E questo ce lo hanno ormai detto in ogni salsa. Non solo: sono ottimi e protagonisti di tantissime ricette della tradizione o sperimentali. E questo lo sappiamo, dato che sono eccellenti da impiegare dagli antipasti fino ai contorni, passando per i primi e le zuppe. Ma sapevate che le leguminose arricchiscono anche il terreno, poiché sono “azoto fissatori”? Ecco allora 3 consigli preziosi per coltivare i fagioli borlotti nell’orto ed evitare malattie e problemi alle piante. Una leguminosa fantastica che gioverà alla terra e alla tavola!
 
 

1. Il terreno

 
Per una coltivazione dei fagioli borlotti eccellente è necessario preparare con cura il suolo che li ospiterà: non deve mai esserci acqua in eccesso.
 
I borlotti preferiscono un terreno di medio impasto, ricco di sostanza organica e, soprattutto, un terreno lavorato in profondità. Un terreno troppo compatto (o troppo poco!) potrebbe non giovare allo sgrondo dell’acqua, che è fondamentale per la buona crescita di queste piantine. Meglio evitare anche quelli calcarei e argillosi.
 
Effettuate una fresatura del terreno profonda, fino a 40 centimetri e concimate, se necessario, con del letame maturo, ma senza esagerare e almeno qualche mese prima della coltivazione. Il fagiolo, infatti, è capace di assorbire il nutrimento residuo da coltivazioni precedenti (per esempio pomodori o zucchine, che necessitano di una fertilizzazione maggiore, o altre leguminose) direttamente dalla terra.
 
Preferite arricchire il suolo con fosforo o potassio e non con concimi a base azotata.
 
 

2. L’irrigazione 

 
 
L’acqua non deve mai mancare a queste piantine, ma non devono mai esserci ristagni, pericolosi poiché possono portare alla caduta (chiamata anche “cascola”) dei fiori. 
 
Evitate di innaffiare con l’acqua fredda e preferite parsimonia e costanza rispetto a delle irrigazioni sporadiche e abbondanti.
 
 

3. Le avversità da contrastare

 
I fagioli borlotti, come si è detto, possono soffrire se il terreno non è sufficientemente drenato e se vi sono ristagni d’acqua. Le principali avversità a cui prestare attenzione sono: il marciume del colletto, che provoca la marcescenza della piantina quando ancora è giovane, per poi farla seccare, e il marciume radicale. Le basse temperatura e la troppa umidità possono favorirne lo sviluppo.
 
In questi casi, i trattamenti con rame eviteranno il diffondersi delle malattie, mentre lo zolfo si prenderà cura del suolo. Rimuovete sempre con tempestività le piantine colpite e ripulite la terra intorno, lasciando riposare poi la zona per qualche tempo. 
 
Occhio anche ai batteri pseudomonas, xanthomonas (che colpiscono sia le foglie che i baccelli), e la cladiosporosi, che può colpire anche i semi. Anche la cosiddetta “ruggine” colpisce il borlotto: non è fatale, come non lo sono i batteri, ma ridurranno il vostro raccolto se non si interviene con trattamenti a base di rame. Attenzione, infine agli afidi neri: eliminate subito le eventuali parti della pianta colpite.