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Come tutti i frutti di una volta, anche le diverse tipologie di melo antico sono varietà più resistenti alle malattie rispetto a quelle moderne: per questo motivo hanno bisogno di meno trattamenti, pur regalando sapori autentici. Coltivare il melo antico in giardino significa compiere un’operazione di pura cultura contadina: preservare un patrimonio locale, proteggere queste coltivazioni particolari e tramandarle ancora nel tempo. Molte di queste varietà di melo sono rare e difficilmente trovabili in commercio. Le cure che richiedono, come si è detto, sono semplici e soprattutto sono portatrici di una storia.
Il fascino di queste mele antiche ha conquistato anche voi? Ecco qualche piccolo consiglio per coltivarle al meglio nel vostro giardino.
Trapianto del melo antico
Il melo è una pianta che resiste bene alle temperature rigide e può essere coltivato da nord a sud. Non richiede un terreno particolare, ma è meglio scegliere per il suo trapianto un terreno ricco e ben drenato. Per trapiantare il melo antico scavate una buca profonda almeno 60 centimetri e larga circa 90: servirà un po’ di spazio per assestare bene il terriccio. Dopo aver ripulito da erbacce e sassi, mescolate la terra con cornughia e concime, se è necessario per arricchire il terreno.
Crescita e cure
L'anno successivo al trapianto il melo crescerà naturalmente, senza bisogno di particolari interventi da parte vostra. Potate semplicemente i nuovi rami cresciuti durante l'estate, così che quelli principali possano ramificare, e tagliate invece i rami che tendono a incrociarsi all'interno della cima. Sarà sufficiente conservare una forma armoniosa per questi alberelli, ben aerata e regolare. Potate soprattutto i rami secchi e troppo lunghi, durante il riposo vegetativo della pianta, ma non nel momento delle gelate. La fioritura inizierà, a seconda delle varietà, in tarda primavera.
Varietà di melo antico
Tutte le cultivar antiche hanno una produzione abbondante e dei sapori e profumi intensi. Si tratta di frutti meno commerciali, come il melo decio, che è un'antichissima varietà originaria del Veneto. Ha una polpa soda e compatta e un sapore amabilmente acidulo, che ai palati meno abituati può ricordare quello delle mele renette. Si tratta di un albero particolarmente vigoroso e molto fertile. Il sapore e il profumo tipici, uniti alla sua resistenza alle malattie fungine, lo rendono adatto alla coltivazione casalinga. I suoi frutti sono ideali per il consumo invernale, freschi o da utilizzare in cucina per la preparazione di mostrarde.
II melo annurco invece è probabilmente di origini napoletane. Coltivazione conosciuta fin dall’antica Pompei, denominata regina delle mele: i suoi frutti infatti sono di gran qualità, ricchi di vitamine e minerali. La “melannurca”, come veniva chiamata in dialetto, necessita di un passaggio intermedio detto 'arrossamento' delle mele, successivo alla raccolta, che inizia verso la metà di settembre. Le mele raccolte, prima di essere consumate, dovranno continuare un processo di fine maturazione e acquisire un bel colore uniforme. Anche questa varietà è particolarmente produttiva. La polpa bianca delle sue mele piccole, croccanti e rosseggianti è molto aromatica, piacevolmente acidula, soda e succosa. Inoltre, si conserva ottimamente in casa e a lungo.
Il melo calamano è un'antica varietà diffusa in Veneto, soprattutto nella zona del Trevigiano e di Belluno. Dai frutti dolci e aciduli, ha una maturazione tardiva, verso la fine di ottobre. In passato era una varietà molto richiesta come primizia, ideale per la preparazione di conserve, mostarde e sidro.
Il melo antico "del sangue" è una pianta che si coltiva bene sia in pianura che in montagna. Molto resistente, può raggiungere delle notevoli altezze. Il suo frutto viene consumato fresco, per il via della sua dolcezza e croccantezza, ma è perfetto anche per le torte fatte in casa. La raccolta di queste piccole mele dalla buccia spessa, striata sia superficialmente che nella polpa (caratteristica che le rende davvero uniche) avviene solitamente ai primi di ottobre. Anche in questo caso si tratta di frutti particolarmente resistenti e adatti alla lunga conservazione, rarissima da trovare in commercio.
Le mele Rosa o della Rosa sono diffuse da tempo immemorabile in tutta Italia. Ad oggi, se ne conta una diffusione particolare in Umbria e nelle Marche. Sono mele di diverse tipologie, tra le quali spicca particolarissima rosetta bellunese che è piccolina, dalle bellissime forme, striata di rosso e giallo. Vagamente acidula e molto succosa, è adatta alla cottura e matura fin dal mese di settembre.
Come tutte le cultivar antiche, hanno una produzione abbondante e dai sapori e profumi intensi.