Il porro: come coltivare l'ingrediente per zuppe e vellutate invernali

del 12/10/2021

Ma che freddo! Ci vorrebbe una bella zuppa calda... di porro! E allora dirigiti verso il tuo orticello o sul tuo balcone a raccoglierne qualcuno. Come dici? Non li hai piantati? Non ti preoccupare sei ancora in tempo!
 

Il porro: che cos'è e quali sono le caratteristiche di questa pianta

Il porro è una pianta erbacea monocotiledone biennale. Essa è sempre stata classificata nella famiglia delle Liliaceae, ma la moderna classificazione APG la colloca nelle Amaryllidaceae.

Il porro è una pianta piuttosto particolare, dalle foglie opposte di colore verde scuro oppure verde-giallo. Tali foglie sono raggruppate e formano una sorta di fusto.

I fiori del porro sono di colore bianco-verde e sono composti da tre pezzi.
La base del porro è abbastanza lunga e può essere tagliata a rondelle in cucina.

Ma quindi si può definire il porro un ortaggio? Certo che sì, la parte che viene solitamente consumata è quella basale delle foglie, di colore bianco.
 

Come e quando si coltiva il porro: qualche suggerimento utile per l'orto e il vaso

Il porro restiste molto bene alle gelate, il che lo rende un perfetto ortaggio invernale utilizzabile per moltissime preparazioni culinarie. Inoltre, un'altra nota positiva di questo ortaggio è che può essere raccolto tutto l'anno, dunque è sempre disponibile.

La sua coltivazione non è molto complessa, ma come per tutte le piante anche il porro necessita di alcune attenzioni. Infatti, prima di piantare il porro è altamente consigliato preparare il terreno affinché non si formino ristagni idrici, molto pericolosi, che potrebbero provocare alla pianta l'insorgenza di malattie.

La prima cosa da fare è una buona vangatura e una fresatura che affini le zolle di terra.

È importante la presenza di sostanza organica e di azoto nel terreno; questi si possono garantire con il compost o il letame. Lo zolfo inoltre è un microelemento molto importante che aumenta il sapore dell'ortaggio.

Lo step successivo è sicuramente trapiantare le piantine: lo si fa a radice nuda, e al trapianto deve seguire un'abbondante irrigazione.

Le piantine si trapiantano solitamente in diverse file distanti circa 40 centimetri l'una dall'altra. Lo spazio tra le piantine invece deve essere di 10 o 15 centimetri di distanza. Per la varietà di porro gigante saranno necessari 20 centimetri.

È consigliato poi piantare il porro in un foro abbastanza fondo, così che la pioggia porti la terra nel buco ed effettui un naturale rincalzo. Altrimenti si può anche non rincalzare e piantare le piantine ad una distanza inferiore l'una dall'altra, più o meno 25 centimetri tra le file e sempre 10-15 tra le piante.

Il porro può anche essere sottoposto all'imbianchimento: il procedimento prevede di coprire con terra la parte inferiore della pianta, così che le foglie non facciano la fotosintesi e restino più tenere e saporite.

L'imbianchimento si fa con il rincalzo, solitamente ad un mese dal trapianto. Per un maggiore imbianchimento si può effettuare un ulteriore rincalzo un mese prima della raccolta.
 

Il porro: dopo quanto tempo dal trapianto è possibile raccoglierlo?

Essendo una pianta presente tutto l'anno la domanda è lecita, quando la si può raccogliere?

La risposta è: a 4 mesi dal trapianto, all'incirca. Ovviamente dipende dalla varietà di porro che si sceglie, poiché ognuna ha un ciclo colturale di durata differente, però generalmente il periodo da attendere è quello.

Il momento della raccolta dipende anche dalla dimensione, alcuni porri non crescono molto e dunque possono essere raccolti quando raggiungono la dimensione "normale", altre varietà invece possono crescere di più e quindi è necessario attendere che raggiungano una dimensione maggiore.
 

Vellutata di porri: ecco la ricetta salutare per un piatto invernale

La vellutata di porri è un piatto a base, ovviammente di porri, e di patate. È salutare e ottimo per un pranzo o una cena invernale o autunnale per scaldarsi dal freddo della stagione.

Ecco dunque gli ingredienti per la ricetta: 600 g di porri, 300 g di patate, 500 g di brodo vegetale, 60 g di olio e.v.o., pepe nero e erbe aromatiche a tua scelta (altamente consigliato il timo).

La prima cosa da fare è preparare il brodo vegetale, dopodiché si inizia a pulire i porri: taglia la parte verde, togli lo strato più esterno e tagliali a rondelle. Prosegui sbucciando le patate e tagliandole a dadini.

Versa il porro in un tegame oliato e leggermente caldo e rosolalo a fuoco medio, mescolando ogni tanto. Quando il porro è appassito, aggiungi le patate.
Versa poi il brodo vegetale e condisci con il pepe e il timo (o altre erbe aromatiche o spezie) nella quantità che preferisci e fai cuocere il tutto per circa 30-35 minuti.

Quando sia patate che porri sono morbidi, usa il frullatore a immersione fino ad ottenere una crema omogenea. Per renderla ulteriormente liscia, puoi utilizzare un colino.

Ed ecco che la vellutata di porri è pronta per essere impiattata e gustata calda da sola o guarnita con dei crostini croccanti.

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