Rabarbaro rosso

Rabarbaro rosso

formato piantina1 piantina/e, in Vaso Ø 14 cm

disponibilitaTrapiantabile dal 01/03 al 31/08

Dispo: prenotabile
Acquista quanto vuoi, la spedizione costa sempre 8 Euro!

Prezzo 3.91 iva inclusa

Quantità Vaso Ø 14 cm

Il rabarbaro rosso (o Rheum palmatum) è una piantina aromatica perenne che cresce spontanea in Europa e in Asia e che può essere anche coltivata nell’orto. Colore acceso e rustica, dal fusto eretto, rigido ma particolarmente succosa, questa erbetta può rivelare, durante la stagione estiva, inaspettati fiori colorati in cima. Il rabarbaro rosso è ricco di proprietà benefiche e fa da base a tantissime ricette sia dolci che salate. Cresce facilmente nell’orto o in giardino, è robusto, produttivo, bello da vedere. Fin dall’antichità il rabarbaro rosso veniva utilizzato sia a scopo ornamentale che a scopo medicinale soprattutto nelle popolazioni asiatiche con particolare riferimento alla Cina e alla Mongolia. Impara con noi come coltivarlo nell’orto o in vaso e i mille usi che se ne possono fare.


Rabarbaro rosso, come si coltiva nell’orto

Scegli per il rabarbaro rosso un terreno sciolto e leggero, lavorato in profondità, che arricchirai con del compost organico.

Puoi trapiantarlo sia a mezz'ombra che all’ombra: si tratta di una piantina particolarmente resistente, che oltretutto non teme le gelate. Tieni sempre il terreno pulito dalle erbacce e cima i fiori non appena spunteranno: in questo modo aumenterai la produzione fogliare del rabarbaro.

La pacciamatura è sempre una buona pratica. Ti consigliamo anche di arricchire ogni anno il terreno con del compost organico e di annaffiare la piantina che regolarità, facendo sempre molta attenzione ai ristagni idrici.

La piantina è robusta e resiste molto bene alle malattie. La riproduzione avviene facilmente per talea: durante l’autunno, interra i pezzi che otterrai separando i vecchi ceppi a circa un metro l’uno dall’altro.

Le coste sono la parte commestibile del rabarbaro rosso, ricordati di non consumare le sue foglie: contengono alcune sostanze che potrebbero essere tossiche.

Ma quando si può raccogliere il rabarbaro? Si tratta di una piantina precoce. All’inizio della primavera stacca solo le coste esterne, avendo cura di lasciarne almeno la metà sulla pianta. Una volta raccolte, conservale lontano dalle fonti di calore, magari sottovuoto. Potrai avvolgerle in alcuni sacchetti di carta forati, ricordandoti di consumarle entro dieci giorni dal raccolto, perché il loro sapore non sia alterato.


Rabarbaro rosso, come coltivarlo in vaso

Il rabarbaro in vaso è difficilmente coltivabile se non si dispone di tanto spazio: serve un contenitore molto grande per ospitare la sua grossa radice fittonante. Ad esempio, possono andar bene i contenitori in geotessuto. Il contenitore deve essere inoltre provvisto di drenaggio per evitare marciumi all’apparato radicale.

Tuttavia, non è impossibile coltivarlo sul balcone, chiede maggior costanza in concimazione e annaffiatura. Molto utile per fertilizzare il rabarbaro coltivato in vaso è l’impiego periodico di concime liquido, anche autoprodotto (macerato di ortica e di consolida).

Il momento migliore per il trapianto è in genere la metà di aprile o anche maggio, non è escluso che il rabarbaro rosso tolleri anche altri periodi per la messa a dimora, essendo molto resistente. Dopo aver trapiantato ricordati di innaffiare regolarmente e nei primi mesi di vita di controllare le erbe infestanti.


Rabarbaro o Raberbero: come si dice??

SI dice rabarbaro ma molto spesso, quasi 10 mila volte al mese, c’è chi sul motore di ricerca di Google cerca la parola raberbero. Si tratta solo di un refuso, perché non ci sono dubbi che il vero nome è sempre e solo rabarbaro. Quindi fate attenzione, scrivendo la parola in maniera corretta, rabarbaro, otterrete molti più risultati desiderati!


Rabarbaro rosso: le proprietà e i benefici

ll rabarbaro rosso è una pianta dai molti utilizzi, la radice serve per erboristeria e liquori, le coste sono ottime in tante ricette vegane e nei dolci. Si tratta di un ortaggio salutare, contenente vari elementi utili al benessere dell’organismo, come ferro, magnesio e potassio. Attenzione però che non tutta la pianta si può mangiare: le foglie sono tossiche per il contenuto di acido ossalico.

Il rabarbaro ha un gusto fruttato e deciso, abbastanza dolce, tendente all’acido. Le coste di rabarbaro si usano soprattutto nei dolci, in particolare nelle torte di mele. Si possono fare ottime confetture di rabarbaro, buonissima la marmellata in abbinamento con le fragole.

Ottimi chutney si preparano con il rabarbaro, il curry e lo zenzero in agrodolce; o, per restare sul classico, provate a sperimentare un ragù vegetariano di rabarbaro, con il quale condire canederli e pasta fresca.

Il rabarbaro rosso contiene vitamine A e B, sali minerali come ferro, calcio, fosforo, magnesio e potassio. La sua particolarità sono i rizomi. Quest’ultimi hanno proprietà digestive, lassative, depurative e colagoghe. Il rabarbaro aiuta la salute dell’apparato digerente, in piccole dosi favorisce infatti la digestione e soprattutto la secrezione dei succhi gastrici. Il rabarbaro è anche un lassativo naturale (agisce sulla motilità del colon): leggero in basse dosi, una vera e propria purga, che può sfociare in diarrea, se si esagera.

Proprio per queste sue caratteristiche, il rabarbaro non va bene per tutti: è sconsigliato per i bambini, per le donne gravidanza o durante la fase dell’allattamento, in presenza di allergie, coliti e calcoli renali.

 


Caratteristiche tecniche Rabarbaro rosso

È una pianta erbacea perenne che può raggiugngere l'altezza di 2 metri, si coltiva in terreni sciolti ed ha bisogno di abbondante acqua d'irrigazione; non teme i geli invernali e cresce bene all'ombra o in mezza ombra. Del rabarbaro si consumano le coste che hanno un sapore amarognolo. In cucina è utilizzato per preparare ottime confetture ed è un alimento versatile e utile per bilanciare i sapori. Il rabarbaro ha poteri curativi, agisce come stimolanti dell'apparato digerente.

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